3a Domenica di Avvento

Con l’avvicinarsi della festa del Natale, cresce anche la gioia dell’attesa. Per questo, tutta la Liturgia di questa terza domenica di Avvento è un invito alla gioia, invito che troviamo già esplicito nel brano della prima lettura odierna. Il profeta Sofonia, pregustando il giorno della venuta del Messia, invita il popolo ad esultare di gioia, perchè la salvezza è vicina e Dio verrà come Salvatore potente: “Gioisci, figlia di Sion, Israele, e rallegrati con tutto il tuo cuore, figlia di Gerusalemme!” (Sof 3,14). Oggi le parole del profeta sono rivolte alla Chiesa, la nuova Sion e la nuova Gerusalemme, perchè esulti e gioisca mentre insieme ai suoi figli si prepara a celebrare con gaudio inesprimibile il giorno beato della nascita di Gesù, il giorno che ha portato la gioia più grande al mondo intero.

Ancora più esplicito è l’invito alla gioia che san Paolo ci rivolge nella seconda lettura della Messa: “Rallegratevi  nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi” (4,4). Con ripetuta insistenza l’apostolo c’incoraggia vivamente a gioire e ne spiega anche il motivo, perché “Il Signore è vicino!” (ivi 5). Di quanta gioia dovrebbe essere ripieno il cuore del cristiano al pensiero che Gesù non è soltanto vicino, ma è presente in noi in una continua comunione d’amore! La sua presenza sacramentale, soprattutto nell’Eucaristia e quella intima e ineffabile nella nostra anima  costituiscono la sorgente più grande di gioia per il cristiano.

San Paolo ci esorta a rallegrarci nel Signore “sempre”, ossia non solo nei momenti lieti ma anche in quelli difficili della vita. Se rimaniamo uniti a Gesù, nessuno ci toglierà la gioia divina dal cuore; anzi la forza della sua grazia ci renderà capaci di superare con serenità il dolore e le malattie, gli insuccessi e le contrarietà. La ferma convinzione di avere Dio per Padre e di essere infinitamente amati da Lui, è la garanzia più certa che Egli mai ci abbandona. Per questo l’apostolo ci incoraggia: “non angustiatevi per nulla” (ivi 6), e ci sprona ad affrontare le difficoltà della vita con serena fermezza. Con Dio nel cuore, il nostro cammino diventa più sicuro, poichè Egli ci aiuterà.  

Il cristiano che ha Dio nel cuore ha la gioia nel cuore. In realtà la gioia vera può venire soltanto da Dio. Difatti, quando l’uomo si allontana da Dio, anche la gioia vera scompare. La gioia del mondo è diversa; è frutto non di vita e di comunione con Dio, ma di esperienza quotidiana di peccato. Questa lascia nell’anima un vuoto pauroso e una deprimente tristezza  che l’uomo cerca di nascondere sotto una maschera di chiasso, di esteriorità e di piaceri illusori. La vita senza Dio è come la terra senza sole. Colpisce, inoltre, profondamente il comportamento di tanti cristiani che non vivono in pienezza la gioia del messaggio cristiano. Sempre ansiosi e preoccupati per tante cose del mondo e della vita, dimenticano facilmente di cercare in Dio la fonte della vera gioia.    

Il Vangelo di questa domenica ci presenta di nuovo l’austera figura di san Giovanni il Precursore, la “voce” che grida nel deserto e invita a un radicale cambiamento di vita prima che venga il Messia. Attratti dal forte richiamo di conversione, varie categorie di persone si avvicinano e gli domandano che cosa devono fare. Il Battista, pur rispondendo con severi richiami morali, tuttavia non esclude nessuna professione dalla strada della salvezza, nemmeno quella odiata e temuta dell’esattore di tasse E’ consolante, perciò, notare che per ottenere una vera conversione di vita non è necessario ritirarsi nel deserto o cambiare mestiere, ma basta compiere fedelmente i propri doveri secondo giustizia e carità e rimanere in continua comunione con Dio. In questo modo tutti possono raggiungere la santità e nella maniera più semplice.

Terminiamo queste riflessioni con una bella frase di Padre Pio da Pietrelcina: “Vivete quindi in una santa gioia …” (Epistolario I, p. 974). In questi ultimi giorni di preparazione al santo Natale, accogliamo l’esortazione di san Pio e, mettendo da parte ogni scoraggiamento, tristezza, preoccupazione e ansietà, accostiamoci innanzitutto alla Confessione per ritrovare la gioia della grazia divina perduta con i peccati. Inoltre, stringiamoci intorno alla Vergine Maria per vivere con Lei la gioia del sublime mistero che Ella porta racchiuso nel suo grembo verginale e ringraziamola per essere la causa della nostra gioia cristiana.

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