SANTISSIMA  TRINITA’

 

            Nella prima domenica dopo Pentecoste, ogni anno, celebriamo la festa della Santissima Trinità, la festa dell’unico Dio, ma adorato e venerato in tre divine Persone uguali e realmente distinte, che la Bibbia identifica espressamente col nome di Padre, Figlio e Spirito Santo. Tra i misteri più grandi della nostra fede che ci vengono proposti dalla Chiesa da credere, è questo il primo e il più grande.  La Trinità di Persone e l’Unità di un solo Dio che noi adoriamo fermamente, è la novità assoluta del cristianesimo: in questo la nostra religione si differenzia dalle altre, anche da quelle monoteistiche. Soltanto la fede cristiana, infatti, è depositaria di questa verità suprema.

Il mistero della divina Trinità è inaccessibile all’intelligenza umana. L’uomo, nel suo cammino di ricerca verso Dio, ha potuto al massimo conoscerne l’esistenza, ma non è mai stato in grado di penetrarne la vita intima. Solo Dio poteva rivelarcela, e lo ha fatto donandoci suo Figlio. Nell’Antico Testamento il mistero della Trinità non era conosciuto. Il Signore si rivela a Israele come l’unico vero Dio, sempre fedele alle promesse di amore verso il suo popolo. E’ quanto riscontriamo nel passo della prima lettura di questa solennità: il Signore si fa conoscere come un “Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di grazia e di fedeltà” (Es 34,6-7). Alla supplica di Mosè che implora perdono per l’infedeltà del popolo, Dio mostra tutta la sua misericordia perdonandolo e, come segno del suo amore fedele, rinnova con lui l’alleanza.  

Ma è nella pienezza dei tempi che si fa piena luce sul mistero della Trinità. Con l’incarnazione del Figlio, avvenuta per volere del Padre Celeste e per opera dello Spirito Santo, l’amore di Dio si manifesta in tutta la sua pienezza: “Dio ha tanto amato il mondo – esclama san Giovanni nel Vangelo odierno - da dare il suo Figlio unigenito” (Gv 3,16). Il Verbo si annienta nella miseria della nostra natura umana per manifestarci i segreti dell’amore di Dio. E così ci svela che Dio è essenzialmente un mistero d’amore e che la sua vita intima consiste in una profonda ed eterna comunione di amore tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, la più alta, la più profonda e la più perfetta; questo amore scambievole ed eterno, però, non è rimasto circoscritto all’interno della Trinità, ma si è effuso al di fuori, nell’opera della creazione; e all’uomo ha comunicato il dono singolare e mirabile della sua vita divina. Dopo l’opera della Redenzione voluta e portata a termine dalle tre divine Persone, possiamo affermare che il credente è come immerso nella vita divina e vive continuamente sotto la loro azione salvifica. Tutta la nostra vita è scandita nel segno della Santa Trinità. Nel suo nome siamo battezzati, ci vengono perdonati i peccati, siamo benedetti e innalziamo le nostre preghiere. Ma l’aspetto più sublime e ineffabile del mistero trinitario è la mirabile presenza nelle nostre anime delle tre divine Persone che, con il Battesimo, vengono a prendere stabile dimora in noi, comunicandoci la loro natura divina. In tal modo, noi diventiamo figli adottivi del Padre Celeste, fratelli di Gesù, tempi dello Spirito Santo, e Dio, elevandoci ai vertici più alti del suo amore, raggiunge lo scopo per cui ci ha creati e ci  ha redenti.

Il mistero della presenza di Dio nell’anima deve riempirci di profonda ammirazione e di gioia. Ma non sempre la preziosità di questa divina presenza è conosciuta e apprezzata. Oggi, purtroppo, constatiamo con rammarico che la maggior parte dei cristiani non è più dimora di Dio: i peccati mortali distruggono la presenza della Trinità dal loro cuore. Impariamo, invece, a ringraziare il Dio Uno e Trino, unendoci alla lode che la Chiesa, insieme agli Angeli e le anime beate del Cielo, gli innalza ogni giorno attraverso la Liturgia. Quale altro fine più grande può avere la nostra vita terrena se non lodare e glorificare la Santissima Trinità? A questo ci esorta Padre Pio quando scrive: Sia sempre benedetta la Triade sacrosanta e regni nel cuore di tutte le creature” (Epistolario III, p. 65). Le parole del Santo cappuccino esprimono l’intimo e ardente desiderio del suo cuore: non solo che la “Triade sacrosanta” sia perennemente lodata e benedetta, ma che soprattutto dimori e regni nel cuore di ogni cristiano. Non c’era augurio più santo e gradito che il nostro Santo poteva porgerci. Accogliamolo e impegniamoci a conservare pura e intatta nella nostra anima l’ineffabile presenza divina e a non deturparla mai con il peccato. La Vergine Immacolata, che fu tutta immersa nel mistero della Trinità, ci conceda di vivere profondamente l’augusta presenza delle tre divine Persone, perché regnino sempre nei nostri cuori e li trasformino, e perché da essi si innalzi un incessante inno di amore e di lode al Signore.

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