QUINTA DOMENICA DI QUARESIMA
Con questa domenica terminano le bellissime catechesi quaresimali proposte dalla Chiesa per rafforzare la nostra fede in Cristo e per prepararci al grande evento della Pasqua del Signore. Nelle domeniche precedenti abbiamo appreso che Gesù è l’acqua viva che disseta l’arsura dei nostri cuori e la luce che illumina le nostre tenebre. Oggi le letture bibliche, particolarmente il Vangelo, ce lo presentano come fonte della vita e vincitore della morte.
Nella pagina stupenda del Vangelo narrata dall’apostolo Giovanni, è Gesù stesso che proclama solennemente questa verità: “Io sono la risurrezione e la vita” (Gv 11,25). Sono parole di portata eccezionale: Egli afferma di se stesso ciò che solo Dio può dire. E a prova della veridicità delle sue parole, il Salvatore compie il miracolo grandioso della risurrezione di Lazzaro, segno strepitoso che mette in evidenza tutta la grandezza del potere divino di Cristo. Per rendere ancora più evidente e clamoroso il miracolo, il Maestro divino attende di proposito che l’amico Lazzaro muoia, che passino quattro giorni dalla morte, prima di incamminarsi verso Betania. Nel dialogo stupendo, poi, con Marta, Gesù cerca di suscitare in lei quella fede nel mistero della sua identità divina, necessaria per ottenere il miracolo della risurrezione del fratello. Perciò le dice: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?”. E la donna risponde con tutta la fermezza della sua fede: “Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio!” (ivi, 27). Solo dopo questa profonda professione di fede, il Salvatore effettuò il miracolo.
La risurrezione di Lazzaro ci apre gli occhi alla conoscenza di una grande verità: Gesù è il vincitore della morte, ed è per l’uomo fonte di vita e di risurrezione. Davanti a Lui, nessuna barriera esiste più, nemmeno quella della morte. Il miracolo della risurrezione di Lazzaro è simbolo della vita divina e immortale che Dio dona all’uomo attraverso la fede e il battesimo, come anticipazione e garanzia della nostra risurrezione finale, secondo l’affermazione di san Paolo, riportata nella seconda lettura di oggi: “Colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi” (Rm 8,11). Il cristiano, quindi, inserito in Gesù col Battesimo, porta con sé la vita divina che lo trasforma in un uomo nuovo e lo rende capace di vincere la morte e di entrare in quella vita futura ed eterna che ha inizio già qui sulla terra.
Nel racconto del miracolo, colpisce profondamente la scena in cui Gesù, l’Artefice divino, è di fronte al cadavere di Lazzaro che esala già cattivo odore, simbolo dell’uomo, capolavoro delle sue mani divine, ora deturpato dal peccato. Il cammino percorso dall’uomo lungo la strada della disobbedienza gli ha procurato la morte e la degradazione. Ma Gesù non si rassegna alle nostre scelte di morte. Come a Lazzaro, egli grida anche a noi a gran voce: “Lazzaro, vieni fuori!” (Gv 11,43). Con grido imperioso, ci chiama a uscir fuori dalla tomba dei nostri peccati e ci impone di camminare, spezzando le bende dei nostri difetti, delle nostre cattive tendenze, dei nostri vizi. Non possiamo contentarci di una vita cristiana superficiale. La nostra risurrezione comincia quando, ubbidendo a quel comando divino, decidiamo di cominciare una vita nuova, abbandonando la vita del peccato.
Purtroppo, vi sono cristiani – afferma Padre Pio da Pietrelcina - che sono tali solo di nome, ma in realtà, dimentichi della loro vocazione, vivono seguendo le loro passioni, alla ricerca degli onori, delle ricchezze, e delle vanità del mondo. A costoro il nostro Santo ricorda con fermezza: “O stolto, rientra in te stesso, rammentati che tu pel battesimo hai rinunciato al mondo, sei a lui morto” (Epistolario II, p. 230). Ascoltiamo il forte richiamo del Santo cappuccino, confermato anche dall’esortazione di san Paolo che oggi, nel brano della seconda lettera ai Romani, ci esorta a vivere da risorti, ossia non secondo la legge della carne, ma secondo quella dello Spirito che è in noi.
Con l’approssimarsi della Pasqua, facciamo nostro il messaggio del Vangelo: svincoliamoci sempre più dal peccato e, confidando nel potere di Gesù che ha vinto la morte e nella potente mediazione della Vergine Maria, operiamo in noi quella trasformazione che ci porta a morire ogni giorno a noi stessi e a vivere da risorti secondo la vita nuova di Gesù.