EPIFANIA  DEL  SIGNORE

 

            L’Epifania del Signore che oggi celebriamo ci ricorda la rivelazione di Gesù, come Dio e Salvatore del mondo, ai popoli pagani. I Magi, venuti dall’Oriente per adorare il Re Messia, ci svelano quel mistero grandioso di Dio, tenuto nascosto per secoli, che è la chiamata di tutti i popoli alla fede e alla salvezza. I Magi sono la primizia di questi popoli e rappresentano in particolare la Chiesa a cui Dio ha affidato, dopo il rifiuto di Israele, la grande missione universale di riunire tutti i popoli e di guidarli alla salvezza per opera di Gesù Salvatore.

            Questo meraviglioso disegno di Dio della chiamata di tutti i popoli alla fede, fu già intravisto da Isaia, come leggiamo nel testo della prima lettura della Messa odierna. Con accenti vibranti di gioia, il profeta preannuncia a Israele che un giorno la pienezza della gloria del Signore inonderà Gerusalemme; allora i popoli verranno da ogni parte, riconosceranno il vero Dio e lo adoreranno. San Paolo, nella seconda lettura, dichiara esplicitamente che anche “i Gentili sono chiamati, in Gesù Cristo, a partecipare alla stessa eredità, a formare lo stesso corpo, e ad essere partecipi della promessa” (Ef 3,6), e che questo grandioso mistero, rimasto nascosto per secoli alle precedenti generazioni, “è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito” (ivi, 5).

La pagina del Vangelo racconta la straordinaria vicenda dei Magi: mossi dal bagliore di una stella luminosa apparsa nel cielo, pieni di fede, partirono dal lontano Oriente alla ricerca del Re Messia Salvatore nato in Israele. Anche se l’evangelista san Matteo, nel racconto sui Magi, non precisa il numero, la provenienza e i dettagli del viaggio, tuttavia l’importanza del racconto sta soprattutto nel loro cammino di fede che li ha condotti fino all’incontro con Cristo; ed è per questo che la loro meravigliosa esperienza è simbolo ed esempio di ogni cammino di ricerca dell’uomo verso il Salvatore. Quale grande insegnamento di fede riceviamo da questi Sapienti dell’Oriente! Non hanno dubitato, non hanno esitato dinanzi al segno luminoso apparso nel cielo: hanno visto la stella e si sono messi in cammino. Sono stati pronti e generosi nel seguire l’ispirazione divina che li invitava ad affrontare un lungo e incerto viaggio e non mancarono di trovare il neonato Messia..

Ma vi sono delle persone che non rispondono agli inviti delle grazie di Dio, che resistono ai suoi richiami di salvezza. Il Vangelo di oggi ci parla di Erode, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, i quali, anche se illuminati dalla testimonianza esplicita delle Scritture, si rifiutarono di accettarla. La notizia della nascita del Messia suscitò nei loro cuori turbamento e spavento. Anzi il re Erode decise addirittura di uccidere il neonato Re. Quale esempio luminoso di fede, invece, ammiriamo nei Magi! Fu questa che li spinse a lasciare ogni cosa, a intraprendere un viaggio lungo e difficile, a perseverare con coraggio anche nei momenti difficili del cammino, a superare la profonda delusione provata a Gerusalemme per l’indifferenza e l’incredulità dei suoi abitanti. Ma infine la luce della fede li guidò al luogo in cui si trovava il Bambino. Dice il Vangelo: “Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono” (Lc 2,11).

La fede è un dono soprannaturale offerto a ogni uomo disposto interiormente a mettersi sulle vie di Dio, ed esige, non dimentichiamolo, da parte nostra, una risposta di docilità alla divina Volontà, di prontezza ad ogni distacco, di perseveranza nella ricerca di Dio, anche nei momenti di tenebre interiori e di difficoltà. Domandiamoci: com’è la nostra fede? Quale risposta di fede diamo a tanti del mondo di oggi che ci chiedono di Dio? Non è sufficiente una risposta dottrinale. Con la vita dobbiamo testimoniare agli altri che la fede, come per i Magi, è luce che illumina il cammino cristiano, forza che sostiene nelle difficoltà e guida per incontrare Gesù il nostro Salvatore.

Con l’Epifania la Chiesa celebra l’inizio della chiamata di tutti i popoli alla salvezza. A giusta ragione possiamo dire che oggi è la nostra festa. Quanto dovremmo essere grati al Signore del dono incommensurabile della fede, che ci ha trasferiti dalle tenebre del paganesimo alla luce del suo Regno! “Ringrazia Dio del dono della fede che molti non hanno – esclama Padre Pio da Pietrelcina – e che ci fu elargita, si può dire, prima che succhiassimo il latte materno”. Seguiamo l’invito del Santo cappuccino, ringraziamo il Signore per il dono mirabile della fede e adoperiamoci in tutti i modi a diffonderla, affinché, al più presto si estenda fino agli ultimi confini della terra. La Vergine Santa, la “Stella” luminosa delle genti, attiri con il chiarore della sua fulgida luce noi e tutti i popoli alla vera fede nel suo Figlio Gesù.

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