XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
La pagina del Vangelo di questa domenica riporta le ultime tre parabole raccontate da Gesù nel suo discorso sul “regno dei cieli”: il tesoro nascosto, la perla preziosa e la rete gettata in mare. Il Maestro divino, attraverso il linguaggio semplice ma efficace delle parabole, ci insegna la sapienza necessaria per entrare a far parte di quel Regno che Egli ha stabilito sulla terra e che avrà pieno compimento nella vita eterna del Paradiso. Il Regno di Dio è una realtà così preziosa che è stato il tema centrale della predicazione del nostro Salvatore e l’oggetto primario del messaggio che gli Apostoli hanno trasmesso a tutte le genti.
Nelle prime due parabole del Vangelo di oggi, Gesù paragona il Regno dei cieli “a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo” (Mt 13,44). Oppure: “a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra” (ivi, 45). Il punto di partenza per la nostra riflessione, messo in evidenza da ambedue le parabole, è il valore inestimabile del tesoro scoperto. Questa scoperta, però, presuppone una ricerca. Il Regno di Dio è un bene di grande valore, ma è nascosto; è un bene che bisogna, perciò, cercare, scoprire, per entrarne in possesso. Dove trovare questo tesoro, questa pietra preziosa? Secondo sant’Agostino, il campo dove è nascosto il tesoro è dentro di noi, è il nostro cuore. E chi è il tesoro da cercare e da scoprire? Gesù è il tesoro vero della nostra vita che molti non conoscono. Spesso gli impegni, il lavoro, le preoccupazioni della vita tengono come sepolto questo tesoro, per cui si corre il rischio di non incontrare mai il Signore. Per scoprire il tesoro nascosto, bisogna dedicare tempo, impegno, sforzo; bisogna rientrare in se stessi, scavare nel proprio cuore, far tacere le agitazioni e gli affanni della vita, mettersi in quel atteggiamento interiore di silenzio, di fede, di umiltà che permette al Salvatore di rivelarsi e parlare all’anima.
Un altro punto sottolineato dalle due parabole è la vendita di tutto per acquistare il tesoro. La scoperta di Dio non è qualcosa di marginale, ma di essenziale; è una scoperta che può cambiare una vita, che può dare ad essa una svolta decisiva. Tuttavia questa scoperta mette l’uomo davanti a una scelta precisa: vendere tutto per comprare il tesoro. Colpisce profondamente constatare che molti cristiani, dopo aver trovato il tesoro, non hanno il coraggio di vendere tutto per comprarlo, o non lo apprezzano quanto merita o lo trascurano preferendo le cose di questo mondo. Non è affatto raro oggi il caso di tanti credenti che danno più importanza allo studio, allo sport, al divertimento, piuttosto che alla ricerca del Regno, all’incontro con Cristo e a un serio cammino di fede. E’ diventato normale per i giovani tralasciare la Messa domenicale e gli altri impegni cristiani per un allenamento sportivo, per una visita agli amici, una gita, una partita di calcio. Forse anche noi, nella nostra esperienza quotidiana di vita, abbiamo considerato pietre preziose le misere realtà di questo mondo, e per esse abbiamo sacrificato energie, tempo, soldi; abbiamo preferito dissetarci immergendoci nei pantani del mondo, anziché nella fonte di acqua viva che sgorga da Cristo.
Ciascuno di noi, pur avendo acquistato la perla preziosa del Regno, corre il rischio di non apprezzarla in tutto il suo valore o, addirittura, di perderla. Mai come oggi abbiamo bisogno di essere illuminati dalla Sapienza celeste per saper dare il giusto valore alle cose, per saper scegliere le realtà che contano, quelle future ed eterne. La prima lettura della Messa riporta la bella preghiera di Salomone, nella quale il giovane re chiede al Signore non le ricchezze di questo mondo, bensì il dono della sapienza per ben governare il popolo. La cosa piacque al Signore che glielo concesse insieme ad altri beni.
I Santi sono anime che comprendono più di tutti la necessità del dono della Sapienza per la conquista del Regno di Dio. Padre Pio spesso esortava i figli spirituali a pregare incessantemente lo Spirito Santo, e pregava lui stesso, per ottenere con sempre maggiore abbondanza questo dono divino. “Mi prometto di far ascendere le mie povere suppliche – scrive il Santo a una figlia spirituale - al trono di Dio (…), perché voglia concedermi la grazia di accrescere in voi lo spirito della sapienza celeste” (Epistolario II, p. 198). Voglia il Santo cappuccino ottenerci dalla Vergine Immacolata, Sposa dello Spirito Santo, il dono prezioso della divina Sapienza, perché sappiamo apprezzare fra le cose del mondo il valore inestimabile del Regno di Dio e siamo pronti a rinunciare a tutto per acquistare il suo dono.