XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Le letture bibliche di questa domenica mettono in luce l’amore e la benevolenza di Dio verso l’uomo. Uno dei segni di questa ineffabile verità è la rivelazione che Dio fa di se stesso per appagare l’intimo desiderio dell’uomo di incontrarsi con Lui. La prima lettura e il Vangelo della Messa di oggi raccontano due singolari manifestazioni di Dio con le quali ci rassicura che Egli si fa presente in mezzo a noi per aiutare e salvare l’uomo, soprattutto nei momenti di pericolo.
La prima lettura narra l’episodio della misteriosa manifestazione di Dio ad Elia sul monte Sinai. Perseguitato a morte dalla regina Gezabele, il Profeta, l’unico in Israele rimasto fedele all’alleanza col Signore, fugge lontano dalla sua terra. Dopo un lungo cammino nel deserto, sostenuto dal cibo miracoloso inviatogli da Dio, Elia si rifugia in una caverna del monte Sinai per passarvi la notte. Quand’ecco il Signore lo chiama e gli ordina di uscire fuori: vuole infondergli coraggio con la sua divina presenza. Ci fu un vento impetuoso, un terremoto, un fuoco, ma Dio non gli apparve in questi elementi, come, invece, era accaduto a Mosè e al popolo, sullo stesso monte, quando si mostrò loro come il Dio forte e terribile; a Elia ora il Signore si manifesta nell’impercettibile “mormorio di un vento leggero” (Is 19,12), come un intimo amico che parla nel segreto del cuore. Colpisce profondamente questo amorevole e materno atteggiamento di Dio nei nostri riguardi; Egli è sempre presente nella nostra vita, non solo nei momenti importanti e difficili, ma anche in quelli ordinari e insignificanti. Beati coloro che riescono a percepire la sua invisibile ma reale presenza! A questi Egli infonde forza, coraggio, e dona loro salvezza.
La pagina del Vangelo odierno ci descrive un’altra prodigiosa manifestazione: il miracolo della tempesta sedata, dove Gesù dimostra di essere non soltanto il Dio potente, dominatore degli elementi della natura, ma anche l’Amico benevolo, che si fa vicino a tutti i bisogni dell’uomo. Il racconto evangelico ci presenta gli Apostoli intenti a remare faticosamente sulla loro barca “agitata dalle onde, a causa del vento contrario” (Mt 14,24). La vita dell’uomo può essere paragonata a una piccola barca, esposta a ogni genere di pericoli, col rischio di affondare da un momento all’altro. L’uomo ha trascorso l’intera notte dei secoli, lottando contro le onde e il vento contrario, senza riuscire a trovare la via della salvezza. Anche l’uomo di oggi, nel blasfemo tentativo di sostituirsi a Dio per avere il dominio sulla propria vita e sull’intero universo, deve convincersi che da soli non possiamo darci la salvezza. Chi potrà, dunque, liberare l’uomo e salvarlo?
Gesù, dall’alto del monte dove era salito a pregare, non dimentica i suoi discepoli. “Verso la fine della notte – dice il Vangelo – venne verso di loro camminando sul mare” (ivi, 25). Gli Apostoli, pensando che fosse un fantasma, si misero a gridare dalla paura. Allora il Maestro divino si avvicinò a loro e disse: “Coraggio, sono io, non abbiate paura!” (ivi, 27). Quale grande sicurezza infonde il Signore con la sua presenza! Egli non è un fantasma, è il Salvatore dell’umanità. E questa fu la conclusione a cui arrivarono anche gli Apostoli, quando videro il loro Maestro camminare con sicurezza sulle acque in tempesta e calmare con un cenno della mano la forza impetuosa del vento. Dice il Vangelo: gli si prostrarono davanti, esclamando: “Tu sei veramente il Figlio di Dio!” (ivi, 33).
Dal racconto del Vangelo si evince questa grande verità: nessun uomo può salvarci, ma solo Gesù, perché Lui solo è Dio. In Lui, dunque, dobbiamo riporre tutta la nostra fiducia. Se confidiamo sulla sua parola, se non distogliamo mai lo sguardo da Lui, anche noi potremo camminare sul mare tempestoso della vita senza affondare. L’uomo, invece, che confida in se stesso o nei soli mezzi umani, non potrà mai salvarsi, ma perirà miseramente. I Santi ci insegnano che è impossibile raggiungere le vette del cammino cristiano senza avere una fiducia illimitata nel Signore. Ecco quanto afferma Padre Pio a proposito: “Non vi abbandonate mai a voi stessa, - scrive a una figlia spirituale - ogni fiducia ponetela in Dio solo, da lui aspettatevi ogni forza” (Epistolario II, p. 64). Riflettiamo su queste significative parole del nostro Santo. Per vincere le nostre debolezze e superare i momenti difficili della vita, non bastano i nostri sforzi, ma si richiede una piena confidenza nel Signore; è da Lui che arriva a noi “ogni forza”. E se, per la pochezza della nostra fede, ci sentiamo scoraggiati nelle difficoltà, in procinto di essere sommersi dalle onde che ci assalgono, imitiamo l’Apostolo Pietro e gridiamo: “Signore, salvami!”(ivi, 30). Allora il Signore prenderà la nostra mano e ci salverà. La Vergine Immacolata ci aiuti a saper percepire sempre la presenza di Dio nella nostra anima e ad avere nel Salvatore quella fiducia senza limiti, che è garanzia del suo aiuto continuo e paterno.