IL BATTESIMO DEL SIGNORE
l Battesimo del Signore chiude il periodo natalizio, come terza manifestazione del Verbo fatto carne, seguendo il Natale e l’Epifania. Questa triplice manifestazione del Signore Gesù, definisce sempre più chiaramente il suo essere divino-umano e la fondamentale importanza di questo per la nostra salvezza. Nella Notte di Natale, Egli viene indicato dagli Angeli come Cristo (Messia) Signore (cf Lc 2,10) ai Pastori, agli umili d’Israele, che attendevano con semplicità la realizzazione delle antiche promesse, senza farsi toccare da una situazione politica e sociale umanamente senza speranza.
Nel giorno dell’Epifania, Gesù si manifesta come Salvatore-Re alle “genti”, ossia a coloro che non appartenevano al Popolo d’Israele, rappresentate dai Magi, guidati a Betlemme da una stella mai vista in precedenza e miracolosamente apparsa in Oriente. I doni offerti dai Magi, ne riconoscono implicitamente la Regalità (oro), il Sacerdozio (incenso) e lo stato di Vittima (mirra) (cf Mt 2,11).
Nel giorno del Battesimo, che segna l’inizio della sua vita pubblica, Gesù scende nelle acque del Giordano dopo che «tutto il popolo fu battezzato», come precisa il Vangelo di Luca (3,21). Un atto che ha un duplice significato: Gesù scende nell’acqua per “caricarsi”, simbolicamente, dei peccati di tutta l’umanità, e dunque per presentarsi coma Vittima designata per la nostra redenzione, e per santificare l’acqua, rendendola atta a divenire materia del sacramento del Battesimo.
La successione delle tre manifestazioni di Gesù, obbedisce al piano salvifico di Dio a cui i protagonisti devono aderire. Di qui le parole di Gesù rivolte a san Giovanni Battista che si schermiva da un atto che gli sembrava irrispettoso nei confronti del Messia: «Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia» (Mt 3,14). Una giustizia il cui contenuto è molto più vasto di quello comunemente inteso del “dare a ognuno ciò che gli spetta”. La giustizia in senso biblico è la conformazione di tutta la propria vita al piano eterno di Dio, finalizzato alla sua glorificazione, dunque alla salvezza dell’uomo in Cristo.
Gesù viene manifestato come Cristo, quando, ricevuto il Battesimo, lo Spirito di Dio scende come una colomba su di Lui, mentre una voce dal Cielo proclama: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto» (ivi, 3,17), parole che richiamano quelle di Isaia riportate nella prima lettura della Messa: «Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto in cui mi sono compiaciuto» (Is 42,1), mentre al termine “servo” viene sostituito quello di “Figlio” ad indicare la relazione particolare e unica che intercorre tra Gesù e il Padre, fondata sulla generazione eterna del Verbo.
La “compiacenza” del Padre è su Gesù Cristo e in Lui sarà su coloro che lo ascolteranno, non solamente con le orecchie e con l’intelletto, ma con il cuore, cioè con tutto il proprio essere, rendendosi docili agli inviti dello Spirito Santo come i pastori e i Magi furono docili ai richiami del Cielo accorrendo a Betlemme.
Il Messia non grida e non alza il tono, non fa udire in piazza la sua voce (cf ivi, 42,2), cioè non usa gli artifici della demagogia a cui molti oggi ricorrono per spacciare come verità ciò che è errore, frutto di passioni spesso innominabili. La sua voce, ferma e tranquilla, è portata sulle ali dello Spirito Santo, e nonostante tutti gli ostacoli si farà strada nei cuori di tutti gli uomini di buona volontà e sarà comunque il criterio del giudizio di Dio su ogni uomo e su tutta l’umanità.
IL BATTESIMO DEL SIGNORE