QUARTA  DOMENICA  DI  AVVENTO

             La Liturgia dell’ultima domenica di Avvento è tutta orientata verso il Natale del Signore. Tra le figure tipiche di questo tempo di preparazione, risalta quella di san Giuseppe, di cui ci parla oggi il Vangelo. Insieme alla Vergine Maria, egli ha il compito di preparare i nostri cuori alla venuta del Salvatore. Di Giuseppe i Vangeli non ci hanno tramandato nessuna parola. Ma di lui parlano gli esempi della sua vita: la fede incrollabile, l’obbedienza eroica, l’umiltà profonda, la piena fedeltà alla sua missione. A quest’umile e sconosciuto falegname di Nazaret, Dio affida il compito più delicato e straordinario: fare da padre a Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo, ed essere lo sposo di Maria Santissima, la creatura più eccelsa e più pura mai esistita.

            Il passo odierno del Vangelo solleva il velo su uno dei momenti più difficili della vita di san Giuseppe: la scoperta della misteriosa maternità nella Vergine Maria: “Prima che andassero a vivere insieme, -racconta san Matteo - (Maria) si trovò incinta” (Mt 1,18). Dinanzi a tale sconcertante realtà, il Santo Patriarca prova una terribile angoscia, anche per il fatto che è chiamato a fare una scelta nei confronti di Maria. Da una parte, non dubita assolutamente della santità della sua Sposa che conosceva illibata, ma come spiegare, dall’altra, l’evidenza della sua maternità di cui egli sapeva di essere estraneo? Si trovava pertanto in presenza di una situazione per lui inesplicabile. E, poiché era giusto, si sentiva obbligato ad agire in conformità alla legge di Dio. Per evitare alla Santa Vergine la pubblica infamia, “decise di licenziarla in segreto” (ivi, 19). Ed è a questo punto che il Signore interviene inviando un angelo in sogno a Giuseppe per rassicurarlo: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo” (ivi, 20). Dalle parole dell’Angelo, san Giuseppe comprende nel medesimo tempo il mistero della maternità di Maria e la sublime missione a cui Dio lo chiama: essere il padre putativo di Gesù e lo sposo verginale di Maria. Dinanzi al volere di Dio, non un dubbio, non una esitazione, ma una obbedienza pronta e senza riserve. Egli  accetta prontamente di prendere con sé la Vergine Immacolata come sua sposa e con Lei accoglie anche Gesù nella sua vita. In tal modo la sua fede si unisce perfettamente a quella di Maria e insieme cooperano generosamente al mistero della nostra redenzione, secondo il piano di salvezza voluto da Dio.

            La figura di Giuseppe è un modello sublime per ogni cristiano. La sua grandezza è da cercarla soprattutto nella docilità ai disegni di Dio, nella generosità senza limiti di mettere a disposizione del Signore la propria vita, e nel compimento fedele, perseverante della propria missione. Come è diverso il nostro comportamento! Quante volte, dinanzi alle difficoltà della vita, non sempre sappiamo accogliere la santa Volontà di Dio, anzi facilmente ci ribelliamo, ci lamentiamo, ci scoraggiamo, fino a perdere la fede! Forse non si rendiamo conto quale immenso valore sia per il cristiano l’adempimento del volere divino. Il Signore ha realizzato le opere mirabili dell’Incarnazione e della Redenzione proprio per l’incondizionata accettazione dei disegni di Dio da parte dell’umile Vergine di Nazaret e di san Giuseppe. I Santi hanno trovato nella fedeltà alla divina Volontà il gaudio, la tranquillità interiore e il raggiungimento stesso della perfezione. Per Padre Pio da Pietrelcina, compiere il volere divino è stato il punto fermo della sua salita alla perfezione e, nelle vie oscure della purificazione dell’anima, l’unico sollievo e sostegno. “Mi sento struggere dal desiderio – così scriveva il Santo cappuccino al suo direttore spirituale - di non scostarmi di un capello dall’adorabile volontà del mio Dio” (Epistolario I, p. 657). Gli esempi mirabili della Madre di Dio, di san Giuseppe e del Serafino del Gargano ci aiutino ad accettare sempre, anche quando costa sacrificio, ciò che Dio vuole da noi e a realizzare, senza incertezze, la nostra vocazione a cui il Signore ci chiama.

            In questi pochi giorni che mancano al Natale, frequentiamo più assiduamente san Giuseppe che ha avuto la missione specialissima di preparare il primo Natale e che, da allora, continua a svolgere nella Chiesa il compito di preparare i credenti alla venuta del Signore. Preghiamolo perché   aiuti anche noi a contemplare con grande fede il mistero ineffabile della nascita di Gesù e ad accogliere Gesù e Maria come i tesori più preziosi della nostra vita.

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